Il Counseling
Nella relazione d’aiuto con il cuore e la mente aperti al misterioso, in quello spazio di silenzio e di trasmutazione dove tutto può compiersi.
La traduzione letterale del termine Counseling è “consiglio dato da un consigliere, consulenza”. Ma una definizione del genere è inadeguata a definire cosa sia realmente il Counseling e, di conseguenza, il Counselor.
Seguendo tale traduzione si dovrebbe definire il Counselor come un “consigliere” o un “consulente”, ma ciò sarebbe un’informazione errata con conseguente ingresso in un ambito che non è di competenza del Counselor stesso.
Le parole Counseling e Counselor non possono, quindi, essere tradotte per non entrare in conflitto con altri ruoli professionali.
La figura professionale del Counselor risponde a tutti coloro che pur “non desiderando diventare psicologi o psicoterapeuti svolgono un lavoro che richiede una buona conoscenza della personalità umana”, caratterizzati, in particolare, da una esperienza maturata mediante un “training professionale individuale e/o di gruppo”, che garantisca il superamento da parte del Counselor di quella tendenza dell’Io ad “esercitare un Counseling sulla base di propri, più o meno rigidi, pregiudizi.” (Rollo May).
Il Counselor, a livello generale, può essere definito come colui che, in un contesto professionale, è capace di sostenere in modo adeguato una relazione con un interlocutore che manifesta temi personali, privati ed emotivamente significativi (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti).
“Il Counselor ha un suo ruolo ben definito e non deve essere confuso con un consulente esperto di comunicazione, né con un esperto in problem solving aziendale. Operando per differenze possiamo definire il Consulente come una figura professionale che attraverso le proprie conoscenze esprime un proprio parere di competenza su un quesito di ordine tecnico; il Counselor, invece, è la figura professionale che attraverso le proprie conoscenze e competenze è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale ad un individuo o un gruppo di individui.” (S.I.Co. - Società Italiana di Counseling).
Essendo il Counselor colui che indirizza la persona verso una possibile soluzione di una problematica presente in un determinato ambito o nata da difficoltà relazionali, e che favorisce lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità già insite nel cliente, aiutandolo a superare taluni conflitti esistenziali, disagi emotivi e problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente, creativamente e liberamente nel mondo, è chiaro come i suoi campi di intervento sono tra i più disparati. Il Counseling, infatti, si sta affermando in ogni campo professionale con lo scopo di migliorare le relazioni interpersonali a seconda dei contesti (comunità, ospedali, scuole, università, aziende,…), così che vi è una sua differenziazione capillare e specifica sotto forma di Counseling individuale (di coppia, familiare, di gruppo), Counseling scolastico, Counseling aziendale (piccole, medie e grandi industrie, ma in generale in tutti quei contesti lavorativi dove il Counselor può inserirsi come elemento facilitante il dialogo tra la struttura e il dipendente), Counseling sessuologico, Counseling ospedaliero, e così via.
In definitiva, il Counselor è quella figura professionale che, sulla base di studi specifici e di un attestato di qualifica e qualificazione professionale conseguito presso specifici enti di formazione, “è in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali di origine psichica che non comportino tuttavia una ristrutturazione profonda della personalità.” (S.I.Co. - Società Italiana di Counseling).
Il termine “olistico” trae la sua origine dalla parola greca hólos che significa “tutto”, “intero”, e che considera l’essere umano come un insieme inscindibile di corpo, emozioni, pensieri e spirito.
Spesso, però, l’individuo è portato a tralasciare questo modello di pensiero ed a vivere in modo frammentato la propria esistenza, delegando al di fuori di sé (generalmente creando delle figure immaginarie) la responsabilità delle proprie azioni, dei numerosi problemi che affliggono la sua vita e delle azioni necessarie affinché tutto vada per il verso giusto e trovi una sua positiva risoluzione!
Questo senso di frammentazione viene vissuto anche nei confronti della salute, laddove il corpo è considerato come un insieme di organi, la malattia un fattore esterno alla persona e le emozioni separate dalle parti del corpo ad esse collegate: con questi presupposti la soluzione è sempre quella di eliminare i sintomi anziché le cause, focalizzando l’attenzione sulla malattia e non sul malato e delegando ad altri la responsabilità della propria salute. In definitiva, l'uomo è visto come somma di tante parti, anziché come un’unica totalità.
Il Counselor Olistico è una nuova figura professionale che nasce all’interno del paradigma contemporaneo secondo cui tutto è considerato interdipendente così che, in questa visione, ogni problema del singolo risulta essere interconnesso in una rete di situazioni/relazioni tra loro imprescindibili.
Il Counseling Olistico ha la visione di un modello globale dell’essere umano finalizzato a stimolare l’integrazione, l’armonizzazione e lo sviluppo dei diversi livelli del potenziale umano: apertura mentale, comprensione, sensibilità, empatia, responsabilità, unità, consapevolezza.
Il Counselor Olistico opera nella relazione d’aiuto con un cuore ed una mente aperta al misterioso, capace di restituire umanità e amorevolezza nell’interlocuzione d’aiuto. Egli, quindi, accompagna con umiltà e chiarezza d’intenti la persona in quello spazio di silenzio e di trasmutazione in cui tutto può compiersi.
Il Counselor Olistico affianca il cliente in questo percorso di crescita e di consapevolezza, lo incoraggia ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte attraverso una relazione positiva, paritaria, empatica, basata sull’accettazione incondizionata dei vissuti del cliente e sul non-giudizio. Nel suo approccio al cliente, il Counselor Olistico integra e fa uso di tutti quegli strumenti che sono frutto dell’incontro con le discipline del benessere sia orientali che occidentali, avvalendosi di strumenti pedagogici che riconoscono la persona come un’intarsiatura di un insieme più ampio.
Nel Counseling Olistico vengono integrate ed utilizzate tecniche di rilassamento, di meditazione, di visualizzazione, di respirazione, di consapevolezza psicocorporea e di riequilibrio energetico (per esempio il massaggio o certe posizioni yoga), o che stimolano i sensi (per esempio mediante l’utilizzo di aromi, musica, colori, simboli, immaginazione), la creatività e l’espressività (per esempio la scrittura, il disegno, la danza) e con un occhio particolare all’alimentazione ed allo stile di vita della persona, il tutto con il fine di acquisire e mantenere un’armonizzazione globale e creativa di corpo, mente e spirito.
Peculiarità del Counselor Olistico sono l'ascolto, la percezione delle emozioni, la comunicatività “altra” che esula dalle parole ma che si nutre anche di sguardi, silenzi, respiri, la capacità di gestire una dimensione affettiva, di creare uno spazio di accoglienza, di capire e riconoscere un disagio.
Il Counselor Olistico, non si rivolge a soggetti con patologia psichica o psichiatrica (se non in azione congiunta e sotto la supervisione di un professionista esperto quale, per esempio, uno psicologo o uno psichiatra), non usa diagnosi, non prescrive cure o rimedi e soprattutto non promette guarigioni. La guarigione forse può accadere come effetto collaterale, ma non è il fine ultimo dell’intervento. L’intento è quello di sostenere l’individuo nel tentativo di risvegliare quella coscienza originaria che viene oscurata dall'educazione standardizzata della società -purtroppo necessaria per uniformarsi e sopravvivere in un organismo culturale in cui però nessuno riesce più a riconoscersi- e che porta quotidianamente l’individuo a trovarsi alle prese con difficoltà che generano frustrazioni, cattiva immagine di sé, senso di inadeguatezza, paura di non essere all'altezza delle situazioni e delle complessità derivanti dal ritmo frenetico della vita che conduce, e che possono portare lo stesso a sviluppare la malattia. La malattia, in questo contesto, non è vista, però, come disarmonia e come mancanza di libertà; essa non è un nemico da sconfiggere, ma un “portatore sano” di messaggi, a volte scomodi da leggere e portare alla luce della consapevolezza, ma essenziali per intraprendere un precorso di crescita.
Il Counseling Olistico si colloca quindi, in questo spazio, in cui la relazione d’aiuto viene considerata -anche dal professionista- come un momento di crescita, di consapevolezza e di apprendimento continuo, ed in cui sfruttare una preziosa opportunità per contribuire ad una proficua ed urgente evoluzione individuale, collettiva e globale.
ll Counselor può essere definito come colui che, in un contesto professionale, è capace di sostenere in modo adeguato una relazione con un interlocutore che manifesta temi personali, privati ed emotivamente significativi (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti e svilupparne di nuovi, superare conflitti).
Il Counselor Artistico, nello specifico, accompagna l’attore all’interno di un’attività che coinvolge diversi piani, il cui scopo è di aiutarlo a migliorare la qualità della propria vita artistica, sviluppando il potenziale umano, utile soprattutto, ma non esclusivamente, per l’improvvisazione teatrale, ambito in cui tutto può essere espresso, soprattutto gli aspetti più complessi e semplici delle emozioni umane.
Il Counselor Artistico, dunque, accompagna l'attore in un percorso teso alla riscoperta della propria polifonia emotiva.
A percorsi individuali si affiancano, all'occorrenza, sedute collettive con i membri del gruppo di lavoro artistico, anche a mezzo dello psicodramma: incontri concepiti ad hoc con lo scopo di spingere i singoli ed il gruppo verso l’integrazione degli obiettivi individuali con quelli di gruppo, al fine di un superamento dell'eventuale blocco o autocensura personale verso il successo del team.
Il Counseling Artistico trova applicazione anche in tutti quei contesti dove è necessario riscoprire gli aspetti creativi della propria persona e del gruppo in tutti i contesti di performance artistiche a 360°.
Il medesimo approccio ha una enorme efficacia anche in contesti lavorativi e professionali, e in particolar modo come Counseling Aziendale, quale strumento di consapevolezza individuale e nel team di lavoro.