La Psicogenealogia e le Costellazioni Familiari
Noi non viviamo una vita nostra ma siamo il frutto e la proiezione di tante altre vite, null'altro che spinti da obblighi d'amore inconsci.
La Psicologia Transgenerazionale, detta anche Psicogenealogia, è una disciplina che affronta i legami affettivi invisibili che ci uniscono ai nostri antenati e che li fanno agire dentro di noi; questi legami ci conducono a tenere in vita tutte quelle che sono le emozioni e i destini che furono dei nostri avi. Ciò che ci spinge non sono altro che degli obblighi d’amore annidati e nascosti nel nostro inconscio. Il nostro obiettivo è dissolvere questi obblighi, portando alla luce gli eventi del passato che non hanno trovato modo di concludersi o risolversi. Questo ci consente di liberarci dalle costrizioni ereditate e dall'influsso che queste hanno sulla nostra vita, sul nostro modo di interpretarla e sul nostro equilibrio psicologico.
La psicogenealogia ha cominciato a svilupparsi attorno agli anni ottanta per mano di un gruppo di psicanalisti, psicologi e psicoterapeuti, i quali hanno cominciato a notare strane e ripetitive coincidenze di eventi nelle storie familiari dei loro pazienti, cominciando così ad ipotizzare l’esistenza di un inconscio che si trasmette attraverso le generazioni. Dopotutto anche Freud aveva già affermato che i processi psichici si prolungano da una generazione all’altra. Infatti pare che già nella più tenera infanzia i bambini abbiano conoscenza, in modo inconsapevole, dei segreti di famiglia. Gli eventi che ci condizionano sono un "qualcosa di non detto"; molto frequentemente si tratta di un fatto tragico oppure di una vergogna da nascondere, di una morte misteriosa, di un fallimento, di una nascita illegittima, di un incesto, il cui "ricordo" inconsciamente viene tramandato nel tempo generando spesso sofferenza psichica e/o fisica. Troviamo traccia di questo anche nella Bibbia, la quale afferma che "il peccato del padre ricade sulla testa dei figli".
L’inconscio passa tramite le cose “non dette”, tramite immagini semi-consce, in quello che si chiama co-inconscio, un inconscio condiviso o collettivo.
Il sintomo più tipico dell'inconscio familiare che si trasmette attraverso le generazioni è la “Sindrome da Anniversario”, cioè un evento importante che avviene in una ricorrenza significativa a livello familiare.
Alcuni esempi sono l'incidenza di certi tumori alla stessa età in cui si era manifestato in un familiare particolarmente amato, oppure le nascite che avvengono quando cade l'anniversario della morte di una persona cara, le decisioni rilevanti o le scelte che si presentano nella ricorrenza di una data importante. È come se l'inconscio mantenesse una buona memoria e ce lo segnalasse attraverso le coincidenze nel calendario. Stabilire le connessioni temporali però non è facile.
Un modo per ricostruire alcune di queste connessioni è quello di definire un particolare albero genealogico, il "genosociogramma" (o "genogramma"), in cui riportare il maggior numero di riferimenti possibili (il nome di battesimo degli avi e dei discendenti, le date dei matrimoni, delle morti, degli anniversari, dei fallimenti, dei divorzi e separazioni, il tutto risalendo a quante più generazioni possibili), e che possieda una valenza affettiva perché viene ricostruito essenzialmente sulla base dei ricordi e delle sensazioni che il soggetto ha in quel preciso momento. In effetti ciò che conta di più sono le rappresentazioni che una persona si fa dei propri avi, perché sono le rappresentazioni a lavorare dentro di noi.
In aggiunta al genogramma, la psicogenealogia utilizza anche le tecniche dello psicodramma, ossia la rappresentazione dell'incontro con l'antenato, ed è proprio in questo momento cruciale che il più delle volte si prende coscienza e si riesce a liberarsi dal proprio destino.
Portare alla luce i segreti di famiglia, le dinamiche e i ruoli che ciascuno gioca all'interno del clan familiare svela anche i casi di lealtà familiari invisibili. Esiste infatti in ogni famiglia un sistema di codici che regola il ruolo e i doveri di ciascuno. Colui che, per esempio, non ha occupato il ruolo sociale che gli spettava, o che non ha rispettato il codice familiare, accumula un debito inconscio che dovrà essere pagato dai suoi discendenti, magari sotto la forma di un forte senso di colpa, o ripetendo un ruolo familiare distruttivo, o mediante atteggiamenti di fuga, di rivalsa o di vendetta.
Il lavoro della psicogenealogia consiste, quindi, nell’aiutare le persone ad interrompere le ripetizioni ed a sottrarsi a quello che viene percepito come un destino. La chiave di tutto è la consapevolezza e la serenità per “riconoscere ciò che veramente è”, perché con la presa di coscienza si cominciano ad avere immagini positive di se stessi e della propria vita che vanno a sostituire le vecchie immagini negative.
Le Costellazioni Familiari sono un modo di fare psicologia transgenerazionale a mezzo della tecnica dello psicodramma messa a punto per primo da Jacob Levy Moreno, e ripresa poi sia da Bert Hellinger che da Anne Schützenberger, rispettivamente considerati i caposcuola delle costellazioni familiari e della psicogenealogia.
I capiscuola del metodo, ritengono che la vita di ognuno sia condizionata da destini e sentimenti che non sarebbero veramente propri e personali; anche le malattie gravi, il desiderio di morte e problemi sul lavoro potrebbero essere dovuti, secondo questa teoria, a irretimenti del sistema-famiglia e potrebbero essere portati alla luce attraverso il processo delle costellazioni familiari.
Le costellazioni familiari sono costituite da una "messa in scena" in cui dei "rappresentanti", in modo intuitivo, ricreano le inter-dipendenze esistenti tra i componenti di una famiglia o di un gruppo, permettendo in tal modo di evidenziare le dinamiche inconsce che producono sofferenza in molti aspetti della vita (relazioni affettive, relazioni professionali, rapporto con il denaro e con la salute).
Quanto avviene durante una costellazione (rappresentazione) familiare trova una giustificazione scientifica attraverso varie teorie tra cui la teoria dei Campi Morfogenetici di Rupert Sheldrake, gli studi di Masaru Emoto sulla "memoria delle acque", l'ipnosi eriksoniana ed i relativi stati di coscienza, ed in altre formulazioni filosofiche e scientifiche.
Una seduta di costellazioni familiari, generalmente, si svolge nel corso di seminari di gruppo in cui vi è almeno un partecipante (protagonista) interessato ad affrontare un particolare tema che lo riguarda, attraverso una rappresentazione del proprio sistema-famiglia. Possono esserci anche dei seminari riguardanti le "costellazioni sistemiche", ossia quelle che prendono in considerazione i gruppi o le strutture sociali (per esempio l'ambito di lavoro, le nazioni, le religioni, le società), le quali si svolgono con una struttura del tutto simile, così come avviene anche per le costellazioni individuali, dove i rappresentanti sono individuati in specifici oggetti e non in persone reali.
Ad un incontro di costellazioni familiari, normalmente, il richiedente (la persona di cui ci si appresta a mettere in scena la rappresentazione) porta con se un certo numero di fotografie degli esponenti della propria famiglia, sia di quelli ancora in vita che di quelli già deceduti. Inoltre, è buona norma che lo stesso richiedente abbia preventivamente avuto degli incontri individuali di psicogenealogia con il conduttore della costellazione, al fine di elaborare il proprio genogramma, utile per le fasi di individuazione, focalizzazione e presentazione del tema di indagine della costellazione, ai partecipanti alla stessa.
In un incontro di costellazioni familiari vi è il conduttore, detto anche "facilitatore", che inizialmente ha il compito di predisporre una situazione favorevole affinchè i partecipanti creino tra loro un gruppo omogeneo ed unito tale da agevolare il successivo lavoro di rappresentazione. Fanno parte di questa fase, momenti di musica, danza liberatoria e tutto ciò che può aiutare i partecipanti a sgombrare la testa dai pensieri e ad entrare in una condizione psicofisico-emozionale di grande apertura. Dopo le fasi iniziali di preparazione, il facilitatore invita il richiedente la costellazione ad esporre il tema da esplorare, aiutandolo a focalizzarlo bene ed a delimitarne precisamente i contorni e gli elementi, minimi, per contestualizzarlo. Dietro invito del conduttore la persona in questione, dopo essersi concentrata, sceglie tra i presenti, senza alcun criterio di somiglianza fisica o di età, un rappresentante per se stesso ed uno per ogni suo familiare che egli intende coinvolgere, anche se già deceduto.
Nell'assegnazione dei ruoli, il protagonista pronuncia ad alta voce il nome della persona rappresentata e, se ne è in possesso, consegna ad ogni rappresentante una fotografia della stessa. A seguire il protagonista, senza soffermarsi troppo a lungo ed in concentrato silenzio, prende per le mani o per le spalle i rappresentanti scelti e li posiziona nello spazio della stanza dove egli ritiene opportuno, mettendoli in relazione tra loro, secondo il proprio sentire e secondo la propria immagine interiore. Non devono essere date istruzioni su stati d’animo da percepire o spiegazioni sulla loro reciproca posizione o eventuali sguardi significativi. Al termine del posizionamento di tutti i membri della famiglia che sono stati coinvolti, il protagonista esce dalla scena e si posiziona al fianco del conduttore in modo che entrambi abbiano la visione completa dell’insieme.
Da questo momento in poi egli è solo uno spettatore silente, a meno che il facilitatore non lo coinvolga direttamente, e lascia che tutto ciò che avviene agisca su di lui. Durante la rappresentazione i rappresentanti devono assecondare, senza alcuna teatralità, ogni loro basilare ed istintivo movimento fisico, in quanto in quel quel momento essi hanno iniziato, in maniera del tutto inconsapevole, ad avvertire ciò che i membri della famiglia hanno realmente provato, accedendo non solo ai sentimenti ma anche, in molti casi, alle sensazioni corporee dei loro rappresentati. Essi entrano, infatti, in contatto con il cosiddetto “campo energetico” del sistema familiare rappresentato in quel contesto.
Il conduttore lavora in armonia con le forze che agiscono e guidano il campo energetico del sistema familiare in atto e mette all'opera la propria sensibilità e tutte le sue capacità e conoscenze. Durante la rappresentazione il conduttore interviene ed all'occorrenza sposta i rappresentanti in altre posizioni nello spazio della stanza, oppure chiede loro di esprimere brevemente le proprie percezioni fisiche del momento, il loro stato d’animo o i sentimenti verso se stessi o verso gli altri componenti della costellazione; tutto questo sempre e solo in qualità di rappresentanti.
Alcune volte il facilitatore inserisce nella costellazione nuovi ed altri rappresentanti, membri della famiglia esclusi o dimenticati dal nucleo familiare in questione. Altre volte egli sostituisce alcuni rappresentanti con altri, oppure toglie dalla scena alcuni componenti. Molto spesso, verso il termine della rappresentazione, il facilitatore chiede al protagonista di inserirsi al posto del proprio rappresentante, in quanto questo gli consente una completa ed integrata visione dell’insieme favorendo un’ulteriore presa di contatto con i cambiamenti avvenuti ed in via di avvenimento.
Attraverso, quindi, un misurato e graduale cambiamento di posizioni spaziali ed emotive dei rappresentanti, che il più delle volte si ritiene avvenga in maniera spontanea e, a volte, invece, attraverso l’intervento del conduttore, la costellazione evolve verso livelli generali di maggiore comprensione, partecipazione e verso un’immagine di armonia, equilibrio e pace, che è a tutto vantaggio della persona interessata ma, di riflesso e nella maggioranza dei casi, porta vantaggio anche al nucleo familiare stesso ed a tutti i partecipanti al seminario.
L’immagine creata può far iniziare la trasformazione interiore della persona richiedente la costellazione, e tale trasformazione può durare anche per un lungo periodo. La durata di una costellazione, in genere, varia dai 30 ai 60 minuti, ma ci possono essere costellazioni anche più brevi o più lunghe.
Scopo principale della rappresentazione non è tanto quello di fare chiarezza sulle tante ombre presenti in una famiglia, quanto di portare in vista l'irretimento che costituisce il nodo saliente delle complicate situazioni da cui la persona interessata non sa come uscire.